Speranza

Ok.
Ho finito Cinquanta sfumature di grigio. E pure quelle di nero.
E ora, sto leggendo Cinquanta sfumature di rosso.
Ammetto che è un po' surreale come storia d'amore, la loro. Però mi ha preso e continua a prendermi.
Non vi nascondo che ero indecisa sull'iniziare o meno l'ultimo romanzo della trilogia perché io, dopo un po', mi stufo di fare la stessa cosa. E allora, non sapevo se darmi ancora alle sfumature o se cambiare totalmente genere. Alla fine mi son detta "Se non lo leggo ora, non lo leggerò mai più". E quindi, vai di sfumature.
Ho pure ripreso a guardare Grey's Anatomy, in dvd sul pc. Mi sparo due/tre puntate la sera, prima di andare a dormire. Così, la perla di saggezza finale di Meredith, mi resta ben impressa nella mente per tutta la notte e mi crea un sacco di paranoie, di fantasie e di riflessioni durante il sonno - e anche durante tutto il giorno successivo - che è un piacere.
Ma io sono proprio così: paranoica, sognatrice e riflessiva. E innamorata di Derek Shepherd (chi ha visto Grey's Anatomy, può capirmi).
Sono arrivata a circa metà della quarta serie. Quindi, evitate di spoilerare, grazie. ;-)
Vi lascio con una riflessione finale di Meredith, appartenente a un episodio della terza stagione, che mi ha particolarmente colpito.
E che mi dà un po' di speranza di fronte a questa Primavera che non vuole arrivare, di fronte al weekend che sta per cominciare, che mi dà un po' di speranza in generale, ecco.

A un certo punto, forse, accettiamo che il sogno sia diventato un incubo e diciamo a noi stessi che la realtà è migliore. Ci convinciamo che sia meglio non sognare affatto. Ma i più forti tra noi, i più determinati, restano attaccati ai loro sogni.
Oppure ci troviamo davanti a un nuovo sogno, che non avevamo mai preso in considerazione. Ci svegliamo per ritrovarci, contro ogni previsione, speranzosi.
E, se siamo fortunati, ci rendiamo conto nonostante tutto, nonostante la vita, che il vero sogno è quello di essere capaci di sognare...ancora.