Mani bagnate su un filo scoperto

Non riesco a trovare un equilibrio.
Prima in piena preda allo sconforto, poi ballerina di flamenco che fluttua in una nuvola di panna montata, poi di nuovo a caduta libera nello sconforto.
Non riesco a trovare un fottuto equilibrio.
I ricordi restano. Si superano. Ma restano.
E poi, sul più bello che sei lì con il sorriso ebete stampato sulla faccia e le braccia che volteggiano alte in aria, ti piomba in testa una martellata gigante (stile Ally McBeal durante una delle sue tante fantasie da ricovero) a farti presente che no, non stai avendo a che fare finalmente con la vera felicità ma stai semplicemente assaporando una classica botta di culo che, come tutte le botte di culo, passano veloci.
Per carità, inchino alle botte di culo. Mica ci sputo sopra. Però, io non sto cercando la botta di culo.
La botta di culo è un po' come un bicchiere di vino, di vino buono. Che ti gusti per bene, che ti dà quel giusto brio in grado di tenerti per un po' lontano dai brutti pensieri, che ti dà una sferzata improvvisa di speranza (che ormai avevi perso).
Ma poi, il vino dentro finisce. E assieme a lui, tempo un paio di pisciatine, finisce pure il suo effetto.
Io sto cercando qualcosa di più. Qualcosa che duri di più.
Qualcosa che mi faccia dormire di più la notte e che mi faccia stare sveglia di più il giorno.
Qualcosa che non mi faccia venire i brufoli in faccia e le occhiaie.
Acquistare un libro in grado di farmi arrivare a leggere anche la sua ultima pagina, questa è una botta di culo.
Svegliarmi la mattina con il sorriso sulla faccia e il desiderio di alzarmi dal letto, questa è già un'idea di felicità.