Il viaggiare è fatale ai pregiudizi, ai bigottismi e alle menti ristrette.
[Mark Twain]

2012/12/20

Un po' di quella me che ormai non c'è più

E se ripenso a quel (lungo) periodo di singletudine che mi è toccato vivere un po' di tempo fa, ancora mi vengono i brividi.
Interi weekend trascorsi in casa, rinchiusa nella mia camera a piangere e a sperare che, prima o poi, quella maledetta ruota girasse anche per me.
Ero single ma, soprattutto, ero sola.Tutte le amiche con cui ero abituata ad uscire, avevano trovato con chi andare a fare una passeggiata in centro il venerdì sera, con chi andare a cena il sabato e a chi fare compagnia la domenica pomeriggio. E io? Io no. Io non avevo trovato niente di tutto questo e nessuna di loro (giustamente e forse un po' egoisticamente) aveva più tempo per me.
Ci sono delle priorità nella vita, mi si diceva. Priorità che cambiano in base alla vita che si fa, al tempo e alle situazioni. Priorità in cui io, immancabilmente, non rientravo. Priorità che io capivo sì, ma non accettavo.
E tutte le volte in cui chiedevo se avessero avuto tempo e voglia di uscir con me quella sera o quel pomeriggio, mi si rispondeva sempre con un "Eh...mi dispiace ma oggi mi vedo con lui", "Uscirei volentieri con te stasera però lui mi ha già chiesto se andiamo a cena fuori e quindi...". E nel loro tono riuscivo sempre a percepire quella nota di compassione mista a menefreghismo nei miei confronti. Quel tono che odiavo con tutta me stessa. Quel tono che mi buttava giù, sempre più giù, più giù, più giù.
Persino i miei genitori erano visibilmente in pena per me. Anzi, loro facevano di tutto per farmi notare in che situazione orrenda mi trovavo. "Insomma, hai ventiquattro anni ormai. Possibile che non ci sia nessuno per te? Tutte le tue amiche hanno trovato qualcuno...perché tu no??". Come farmi sentire una merda che più merda non si può. Però io li capivo eh. Loro, che a vent'anni già erano sposati e genitori, come potevano comprendere e giustificare l'essere ancora single a ventiquattro anni?
Così, passavo le mie giornate depressa e frustrata a scervellarmi sul perché io ero così, su cosa ci fosse in me di così tanto sbagliato e di diverso rispetto alle altre. Ma non riuscivo mai a darmi una risposta.
E quando mi si chiedeva se avessi finalmente trovato un ragazzo rispondevo solamente di no, scuotendo la testa e sfoderando il mio sorriso migliore. Perché la gente non doveva accorgersene. Perché nessuno aveva il diritto di vedermi così infelice e insoddisfatta della mia vita come, invece, ero nella realtà.
Ogni sera, poco prima di addormentarmi, immancabilmente mi scendeva una lacrima. E la mia mente si divertiva a proiettare sul soffitto della camera immagini di una me fallita, senza alcun obiettivo da raggiungere,  priva di traguardi da realizzare. E con lo scorrere di queste immagini, io mi vedevo sempre più brutta.
Perché, diciamocela tutta, quando una donna si ritrova in queste situazioni di singletudine cronica, pensa sempre e solo ad una cosa: io sono brutta. Ecco perché nessuno mi voleva. Ero talmente brutta che, agli occhi degli altri, diventavo invisibile. Sparivo.
E più mi credevo brutta e più lo diventavo davvero. Diventavo brutta dentro. Capite? Acida, introversa, malfidente, invidiosa. Aaah, l'invidia. Che orrore. Invidiavo le mie amiche al tal punto da volerle sentire e vedere sempre meno. Perché le loro confidenze sulla loro storia d'amore e su quanto amavano ed erano amate, a me facevano solo stare male. Non riuscivo ad essere felice per loro. O, perlomeno, non ci riuscivo più. Ero stufa di vederle sempre così serene e complete, così piene di vita! E poi, quel loro maledetto ottimismo quando mi dicevano "Vedrai che prima o poi arriva, Frenci! Vedrai!". E l'unica cosa che io riuscivo a pensare era "Ma che cazzo ne volete sapere voi di quando arriva, eh?! La fate semplice voi, che ormai avete tutto. Facile per voi vedere il bicchiere sempre mezzo pieno!". E l'unica cosa che io riuscivo a dire era "Bah. Se lo dite voi.".
Poi, ti s'innesca nel cervello (ormai malato) quello strano e perverso meccanismo in cui più tu ti senti sola e più tu, sola, ci vuoi rimanere. E tutti quelli che si fanno avanti non ti vanno bene. Il perché non vadano bene non si sa, però non vanno bene. Punto.
E così, mi ero costruita tutt'attorno un bel muro alto, altissimo. Un muro invalicabile. Un muro indistruttibile, che nessuno mai sarebbe stato in grado di abbattere.
E io ci stavo così bene lì, dentro a questa mia piccola fortezza. Mi faceva sentire al sicuro.
Ma un giorno, qualcosa cambiò. Qualcuno, inspiegabilmente, c'era riuscito. Qualcuno era riuscito a distruggere quel muro e a tirarmi fuori da quel mondo tutto mio, dove solo io vivevo.
E da quel momento, io ho finalmente iniziato a respirare.

8 commenti:

  1. In alcune cose mi sono rispecchiato parecchio. Fortunatamente ho degli amici con cui uscire (sai com'è, i maschi, a meno che non siano strafigoni, ora di trovare una donzella ce ne mettono....) però comunque non sempre mi va la loro compagnia. Spesso mi sento senza obiettivi, penso di essere brutto o non andar bene, e la sera quando sono a letto penso a tutto quello che ho perso. Col tempo passerà, spero. Intanto vorrei riuscire a trovare un cavolo d'equilibrio dentro di me... Coomunque, dato il modo in cui è finito il tuo post, spero continuerai con questa tua storia :D

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    1. Vero, i maschi per via di compagnia stan meglio di noi donne! E allora mando un "in bocca al lupo" ad entrambi! A me per la continuazione della storia e a te per un nuovo inizio! ;)

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  2. ............. finalmente tiro il fiato dopo aver letto il tuo post e respiro insieme a te! so com'è.. sia costruirsi il muro che viverci dentro.. e poi è come hai detto te.. ti scatta qualcosa dentro ed è tutta un altra storia!!

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  3. Son felice che tu adesso stia bene...
    mi fa male vedere come , a soli 24 anni ( quindi da giovanissima!!!) tu vedessi la vita in modo così nero...
    E ,peggio della mancanza dell'amore era secondo me la mancanza delle amiche che condividessero con te l'essere single e le serate da donne a fare danni in giro per la città!
    Son stata single per anni e , devo essere sincera, li ricordo come anni scazzoni e divertentissimi ... il trovare LUI ha completato il tutto ma sono una che da single stava tutto sommato bene... mi dispiace che tu ne abbia sofferto...ma sono oltremodo felice che adesso tu abbia "sbrogliato" la matassa e tu sia finalmente serena !!!
    Bacio!!!

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  4. Per fortuna sei uscita dal tunnel!! ;-)
    Quanto è vera questa cosa! :
    "...ti s'innesca nel cervello quello strano e perverso meccanismo in cui più tu ti senti sola e più tu, sola, ci vuoi rimanere"

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  5. Mi sono vista: sono io.
    E' strano come le parole che non mi appartengono, possano descrivere alla perfezione il momento che sto vivendo, le emozioni che sto provando.
    A dirti la verità mi sono commossa, spero che un giorno anche io possa avere il mio lieto fine.

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    1. Ti dico la verità? Mi sono commossa pure io mentre lo scrivevo. Brutti ricordi. E capisco come tu possa stare ora...spero la ruota giri in fretta anche per te!

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