Il viaggiare è fatale ai pregiudizi, ai bigottismi e alle menti ristrette.
[Mark Twain]

2012/10/25

Post-it con dedica

Ieri sono andata a fare un giretto a Milano, per lavoro ovviamente.
Stavolta ho preso il treno Frecciabianca. Mi sono fatta furba.
Ho detto "BASTA!" ai regionali. Con loro non voglio più aver nulla a che fare.
Fine di un amore. Di un vero amore.
Beh, tornando a qualche riga sopra.
Come vi stavo dicendo, ieri sono andata a Milano e come ogni viaggio milanese che si rispetti, ho preso la metro.

ASSIOMA
Quel giorno non sei andato veramente a Milano se, in quello stesso giorno, non hai preso almeno una volta la metro.

Il viaggio in metro, soprattutto se fatto tra le ore 18:00 e le ore 19:00, è sempre davvero molto emozionante. E toccante anche. Nel senso che si è talmente in tanti sopra, che ci si tocca per forza gli uni con gli altri.
Un'esperienza davvero meravigliosa.
Così meravigliosa che ieri, mentre me ne stavo sul Frecciabianca del ritorno con il cervello intorpidito dal freddo polare che si era creato nella carrozza grazie all'Aria Condizionata impostata sui -20°C, ho deciso di dedicare una poesia alla metro.
Una poesia vera. Tutta mia. Fatta con il cuore. E con l'anima.
Senza titolo. Senza giri di parole.
Frasi dirette, che mirano alla vera essenza di questo mezzo di trasporto.
Spero apprezzerete.

Pesante odore di kebabbari.
Milioni di germi e di batteri.
Puzza di minestrone andato a male
e di chi ha sudato come un animale!
Questa non è una mia forma di pazzia.
Sto solo evidenziando che, la metro, è morte e malattia.
Qualsiasi cosa tu sfiori o tocchi,
è un mix letale di stafilococchi.
Se non hai con te un prodotto tipo l'Amuchina,
stai attento...la metro è un'assassina!

Ho deciso volutamente di non coprire questa perla letteraria con copyright di alcun tipo.
Quindi è utilizzabile, condivisibile, manipolabile da tutti.
Ma io mi fido di voi.
E so che ne farete buon uso.
Un abbraccio da parte mia e dai kebabbari sudati.

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